LA FILOSOFIA DI JIMI HENDRIX Cinquant’anni senza Hendrix, eppure nessuno è ancora riuscito a dimenticare una delle personalità più geniali della musica, né, tantomeno, a eguagliarla. Dopo aver esplorato gli orizzonti filosofici di Eric Clapton e Pat Martino, Alberto Rezzi si tuffa nell’universo del chitarrista originario di Seattle. Tutti i linguaggi utilizzati da Hendrix – dal simbolico al corporeo, dal poetico al musicale, dal fantascientifico al sonoro – sono volti a costruire, canzone dopo canzone e performance dopo performance, nuove esperienze del mondo o, meglio, di mondi diversi. In questa inesausta ricerca sta la chiave della sua “filosofia”, qui posta in dialogo con le intuizioni cosmologiche di Giordano Bruno e quelle costruttiviste di Nelson Goodman. Una filosofia che si traduce in una inesauribile sete di libertà espressiva, destinata a interrogare l’arte e la musica del futuro. |
LA FILOSOFIA DI ERIC CLAPTON Dall’esperienza con i Cream alla gloriosa carriera solista, questo libro intende tuffarsi nel pensiero e nella poetica di uno dei chitarristi rock-blues più importanti di sempre. Un percorso filosofico nella musica e nelle traiettorie esistenziali di Eric Clapton, per ricercare quel “sapere dell’anima” che per il chitarrista inglese significa “blues”. Quella che emerge è una filosofia multiforme, mai definitiva, ma comunque potentemente ancorata al messaggio di cui l’Eric Clapton uomo e artista vuole farsi portavoce. Ha scritto Alessandro Bottero su «Classic Rock» (5/2018): «Libro molto bello, forse uno dei migliori della collana “Musica contemporanea”, offre un percorso diverso dai soliti alla carriera di Eric Clapton, riuscendo a unire riflessione filosofica e considerazioni musicali senza forzature. Consigliato a tutti, appassionati di blues e non». |
LA FILOSOFIA DI PAT MARTINO Pat Martino non è soltanto un innovativo chitarrista jazz e compositore, ma un uomo che ha saputo sviluppare una straordinaria sensibilità spirituale nei confronti della sua esistenza in virtù di esperienze decisive: su tutte, la ricostruzione della propria memoria e vita a seguito di un aneurisma cerebrale che gli ha provocato una grave amnesia. Questo fa di lui una figura di grande ispirazione. Ha scritto Claudio Sessa sul «Corriere della Sera» (14/7/2019): «A Rezzi interessa soprattutto la strada spirituale di questo musicista che sa fondere istintivamente Eraclito e Buddha, gli oracoli dell’I Ching cinese e la prassi sulla tastiera chitarristica in un sistema di valori che affascina anche oltre i risultati musicali. Come dice Carlos Santana, Martino ispira “a una forma superiore di consapevolezza”». |
CLAPTON E LAYLA Layla and other assorted love songs non è solo un album che ha segnato la storia del rock. È un caleidoscopio che riflette immagini uniche, direttrici umane e artistiche che convergono in questo capolavoro del 1970 per poi divergere e talora infrangersi subito dopo. Gli incontri, le collaborazioni, i destini incrociati che lo coinvolgono non riguardano solo i componenti della band che l’ha registrato, i Derek and the Dominos, ma anche artisti come Jimi Hendrix, George Harrison e sua moglie Pattie, Duane Allman, Dr. John… Con ognuno di loro Eric Clapton, la figura centrale, intrattiene rapporti non solo legati al mondo della musica, ma anche personali, di profonda amicizia o passione. Il libro ricostruisce gli incroci esistenziali attraverso cui ognuno dei quattordici brani dell’album trova la propria ragion d’essere. Un intero capitolo è dedicato al commento dei singoli brani, corredato dalle corrispondenze letterarie ed emozionali con il poema Leyla e Majnun dello scrittore persiano Nezami, a dimostrazione del dialogo profondo e sorprendente tra le due opere, quella poetica e quella rock, molto distanti nel tempo ma accomunate da elementi di straordinaria affinità. Prefazione di Maurizio Solieri, storico chitarrista di Vasco Rossi. Copertina e illustrazioni di Laura Ciriello (in arte La Volpe). |
L’INCOMPIUTA DI JIMI HENDRIX Non c’è solo il Jimi di Monterey, di Are You Experienced, di Axis… C’è anche un Hendrix controverso, quello del dopo Electric Ladyland: un Jimi più vulnerabile, incuneato in una particolare fase storica in cui la sua arte, la musica, era destinata a evolvere verso nuove dimensioni. La sua morte improvvisa ha lasciato una serie di cose “incompiute”: abbozzi di nuovi dischi, canzoni, nastri, progetti, idee… Gran parte di questo materiale caratterizza il suo ultimo anno e mezzo di vita, sul quale queste pagine si soffermano. È un periodo di grande intensità e fascino, segnato da forti esigenze di rinnovamento, pressioni, collaborazioni, altalenanti esibizioni dal vivo, ma soprattutto da un grande lavoro in studio che andrà poi a comporre una copiosa quanto magmatica discografia postuma. Come in un gioco di specchi, ogni capitolo si struttura attorno a un aspetto lasciato in sospeso: l’obiettivo è delineare L’Incompiuta di Jimi Hendrix, in riferimento all’opera che stava ultimando ma anche al suo disegno di una nuova forma di musica e di un suo ruolo più prominente come compositore. Con intervista finale a Giuseppe Scarpato, storico chitarrista di Edoardo Bennato. |