L’amore per la musica in un sorriso
NOVEMBRE (A cura di Alessandro Vailati)
Con Buddy Guy, al Buddy Guy’s Legends, Chicago. Luglio 2007.
25 Aprile 2023, volo di ritorno da Tokyo (14 ore) dopo alcune settimane in Giappone, al seguito del tour di Eric Clapton: manco il tempo di toccar terra e si riparte. Il simpaticissimo marito Jakob la sta aspettando per una nuova avventura. Quella sera Roger Waters è a Zurigo all’Hallenstadion e non si può perdere. Il jet leg per Heidi Widmer è una parola sconosciuta! Il volto solcato da una leggera patina di stanchezza si riaccende subito attizzato dall’entusiasmo per una nuova avventura.
Sembra incredibile, però nella vita di Heidi è la normalità: la musica è una seconda pelle per lei. La sua passione è talmente forte e sconfinata che l’ha portata ovunque, dall’America fino, appunto, al Sol Levante, lei che è svizzera di origine, ma cittadina del mondo. Il suo viso è apparso centinaia di volte nei front row della mitica Royal Albert Hall e dei leggendari Madison Square Garden e Budokan.
E dopo un altro epico Crossroads Guitar Festival, stavolta a Los Angeles, e un’ulteriore puntata in Inghilterra per una manciata di show, finalmente, in un attimo di riposo, Heidi Widmer si concede a noi, per una chiacchierata intima, ove una persona solare, umile, unica e speciale sintetizza con il suo entusiasmo l’importanza e la bellezza della musica per lei e per il mondo.
Eccoci qui, cara Heidi, Leggendaria Regina dei Concerti! Da dove nasce questa incredibile passione per il viaggio e la musica live?
Grazie per avermi ospitato! Forse c’era una vena ribelle in me! Sono nata nel 1954 e sono cresciuta in un villaggio rurale in Svizzera, ma non mi piaceva l’idea di conformarmi ai ruoli tradizionali delle donne. Da adolescente ho letto molti libri affascinanti sugli esploratori del mondo e il mio sogno era quello di scoprire io stessa il mondo. Dopo l’apprendistato commerciale, ho prima migliorato il mio francese e poi mi sono trasferita a Londra per 18 mesi per imparare l’inglese. Ho trovato lavoro come stagista a basso costo presso la British Brown Boveri. All’epoca era possibile assistere a uno spettacolo con pochi soldi e mi piaceva andare a molti show rock, pop, blues e classici, oltre che a musical, opera e balletto. Da allora sono una frequentatrice di concerti ed è interessante come studi recenti abbiano dimostrato che la musica dal vivo può avere un impatto sul benessere e contribuire a una vita più lunga. Ci sono stati momenti in cui è stato difficile coltivare il mio hobby, soprattutto quando vivevo in Sudafrica nel 1977, dove molti artisti internazionali non si esibivano per protesta contro il sistema dell’apartheid. Dopo il mio soggiorno in Sudafrica, ho lavorato come assistente di volo per Swissair per quattro anni e per me è stato emozionante vedere molte parti del mondo, ma gli orari dei voli mi hanno spesso impedito di assistere agli spettacoli. I viaggi e i concerti sono passati in secondo piano quando mi sono sposata e ho avuto due figli da accudire, ma quando i bambini sono diventati adolescenti ho iniziato a lavorare part-time come addetta al check-in all’aeroporto di Zurigo. Da quel momento in poi ho unito i viaggi alla musica. Ho beneficiato di biglietti per il personale e di tariffe alberghiere convenienti, ecco perché ho potuto vivere questo sogno, e sono fortunata che mio marito condivida la mia stessa passione. Sono andata in pensione sei anni fa e non ricevo più sconti per il personale, ma le nostre vacanze annuali sono sempre viaggi musicali.
Da Eric Clapton a Ed Sheeran, e quanti show nel mezzo. Ho quasi paura a chiederti il numero preciso, credo sia impossibile quantificarlo veramente. E quali sono i tre indimenticabili?
Non ho mai stilato una lista, ma negli ultimi dieci anni sono andata a circa ottanta spettacoli all’anno, spesso con mio marito, ma anche da sola. Anche durante la pandemia, sono riuscita ad andare a 25 concerti nel 2020 e a 37 nel 2021. Ho scelto i miei tre show indimenticabili in base all’esperienza personale e al significato storico. Il primo è il secondo concerto della Cream Reunion alla Royal Albert Hall di Londra. Non avevo un biglietto per quella sera, il 3 maggio 2005, e poco prima della data ne è spuntato uno in prima fila su eBay a un prezzo molto ragionevole. Non ho dovuto pensarci due volte! Non c’era abbastanza tempo per farmi spedire il biglietto, ma la consegna in albergo è andata bene. È stato venduto da un uomo la cui moglie si è ammalata gravemente e che ne ha dato uno a un amico e ha messo all’asta l’altro. La fortuna mi ha sorriso! Un altro spettacolo indimenticabile è stato quello dei Led Zeppelin all’Earls Court di Londra il 24 maggio 1975, uno dei cinque leggendari show che i Led Zeppelin tennero in quel mese. Le persone sedute accanto a me condivisero uno spinello e una bottiglia di whisky con l’intera fila (era uno spettacolo da seduti)! Immaginatevi oggi! Anche i primi raggi laser sono stati utilizzati in questi spettacoli. Il Concerto per George, il bellissimo tributo a George Harrison tenutosi alla Royal Albert Hall il 29 novembre 2002, si aggiudica il terzo posto.
Con Ed Sheeran, al Kaufleuten, Zurigo. Gennaio 2012.
So che sei una grande fan dei Procol Harum e del compianto Gary Brooker. Che emozione hai provato ad incontrarlo? Raccontaci delle tue esperienze dirette con gli artisti. Ce ne è uno in particolare che inviteresti a cena?
I membri dei Procol Harum hanno sempre partecipato alle convention dei fan e si sono goduti cene e feste dopo lo spettacolo con i loro supporter. Non conosco nessun’altra band che abbia fatto lo stesso. C’erano feste di compleanno per Gary e persino pranzi di Natale a cui i fan erano invitati a partecipare. Questo non era solo per la cerchia ristretta, ma per tutti coloro che si erano iscritti alla newsletter del sito indipendente Beyond the Pale, che è ancora gestito dai fan per i fan. Gary amava stare in compagnia dei suoi ammiratori. La mia prima cena con lui e i suoi colleghi musicisti è stata dopo uno spettacolo di beneficenza in favore dei sopravvissuti allo tsunami nella cattedrale di Guildford, il 16 aprile 2005. Si è svolta in una curry house di Guildford, The Bombay Spice, che nel frattempo ha chiuso. Qualche settimana dopo sono stata convinta a organizzare una torta di compleanno per il primo concerto dei Procol Harum dopo il 60° compleanno di Gary, che si sarebbe tenuto allo Z7 di Pratteln (CH) il 18 giugno 2005. La torta viene presentata a Gary sul palco e poi ho avuto occasione di incontrarlo dopo lo spettacolo. Con mio grande stupore, ha tolto il foglio di glassa Salty Dog dei Procol Harum e se lo è portato a casa!
Tutti gli artisti che ho avuto il piacere di conoscere sono stati davvero gentili. Ho vinto alcuni grandi meet & greet in passato, ad esempio con i Deep Purple, Zucchero e i Linkin Park, ma l’incontro con David Bowie è stato il migliore. È stato molto affascinante e ha fatto sentire tutti speciali. Purtroppo non c’è una foto che posso condividere con voi. Chi inviterei a cena? Ovviamente Eric Clapton sarebbe la risposta più ovvia, ma questo andrebbe oltre i miei sogni più sfrenati!
Con Gary Brooker. al Konzertfabrik, Pratteln, Svizzera. Giugno 2005.
Non solo grandi nomi, ma anche artisti notevoli, giovani o meno giovani, sconosciuti ai più. La tua conoscenza è sconfinata, le tue foto meravigliose e le tue recensioni sempre stimolanti, piene di notizie e curiosità, fanno respirare a chiunque le legga l’atmosfera sul palco, la gioia del pubblico presente e la bellezza della musica. Non hai mai pensato di pubblicare un libro?
Diverse persone mi hanno fatto questa domanda, ma sarebbe molto faticoso mettere insieme un libro e non credo che lo prenderò in considerazione a breve. Mi hanno però fatto conoscere i servizi di stampa su richiesta per l’autopubblicazione, quindi chi lo sa?
Ho l’impressione che tu abbia un amore trasversale per musicisti e gruppi, al di là di ogni steccato, ma credo vi sia un posticino speciale nel tuo cuore per il blues… Sbaglio?
Non ti sbagli! I Canned Heat sono stati il gruppo che mi ha fatto interessare al blues quando avevo quattordici anni (1968). Quando vivevo a Londra nel 1974/75, ascoltavo Capital Radio e compravo ogni settimana il New Musical Express e il Melody Maker. Spesso andavo a vedere i gruppi che erano sulla bocca di tutti. Non tutti mi piacevano, ma è stata una buona esperienza di apprendimento e ha consolidato il mio amore per il blues.
Nell’introduzione al tuo personaggio ho citato alcuni luoghi leggendari che hai solcato più volte per godere della musica. Dal palazzetto più attrezzato al club più sgangherato, dallo stadio sold out con centomila persone a teatri prestigiosi o location intime con al massimo cinquanta anime: sei stata ovunque, per amore della tua passione. Qual è il luogo ideale per ascoltare live gli artisti? Narraci della bellezza di godersi un concerto in prima fila…
La prima fila non è il posto ideale in termini di suono, ma per una persona piccola come me è il migliore possibile e anche per fare foto! A proposito, Richard Cousins (Robert Cray Band) mi ha soprannominato Front Row Heidi! Mi piace vedere l’emozione sui volti, il lavoro delle dita dei musicisti e poter stabilire un contatto visivo. Più il locale è piccolo, meglio è, perché le grandi arene spesso non hanno anima e, anche se riesco a stare in piedi per ore, non posso più a fare lunghe corse verso il palco. Il luogo più bello in cui godersi un concerto è la Royal Albert Hall di Londra, con una capacità di 5.272 persone. Vi ho assistito a circa 130 spettacoli, il primo è stato quello di Leonard Cohen nel settembre 1974, l’ultimo quello degli Hawkwind nel settembre 2023. Naturalmente ci sono altre sale impressionanti come la Elbphilharmonie di Amburgo, ma la Royal Albert Hall occupa un posto speciale nel mio cuore. Il mio locale preferito in Svizzera è il Mühle Hunziken di Rubigen, con una capienza di 500 persone e una collezione di grandi manufatti.
Heidi alla RAH. Maggio 2019.
Qui a MusicPhilò, come ben sai, Alberto ed io viviamo una passione speciale, sconfinata per Eric Clapton. Raccontaci il tuo primo show, poi descrivici quello per te più bello. Ha mai finito di sorprenderti Slowhand? Forse è questo che tiene sempre viva la fiamma nei suoi confronti per noi appassionati?
Il mio primo concerto di Clapton è stato alla Royal Albert Hall il 23 febbraio 1992. Il viaggio venne organizzato dal presidente del fan club svizzero. All’epoca non c’era internet ed era difficile ottenere i biglietti se si viveva all’estero. I nostri posti erano in fila 24 sul floor e ci fu detto di precipitarci verso il palco dopo il set acustico, cosa che facemmo. Non è mai più successo che la corsa al palcoscenico avvenisse così presto! Lo ricordo come se fosse ieri, con Eric Clapton che riceve la sua chitarra elettrica e il sudore gli vola via dalla testa come un cane bagnato che si scuote per asciugarsi. Accende una sigaretta, fa qualche tiro e infila la sigaretta accesa sotto le corde. L’intensità della sua esibizione mi ha conquistato e da allora sono andata sempre a vederlo dal vivo. Lo spettacolo più bello è stata l’esperienza in prima fila alla Cream Reunion, di cui ho parlato nella risposta alla tua seconda domanda. Ancora oggi, il feeling e il tono di Eric non sono secondi a nessuno e i suoi assoli non sono mai gli stessi, ed è per questo che continuo a tornare ai suoi concerti. Certo, l’età si fa sentire, ma lui è sempre pronto a sorprendere. Al recente Crossroads Guitar Festival ha collaborato con sei band diverse, più che in ogni altro festival precedente. Queste partnership sono state davvero entusiasmanti, così come le due serate del tributo a Jeff Beck nel maggio 2023, dove ha raccolto la sfida di suonare materiale diverso dal solito.
Heidi con la Martin OM-ECHF Navy Blue Eric Clapton. Febbraio 2014.
Ci siamo conosciuti dopo tanto scriverci sui social proprio a un suo concerto. Sai che mi vengono ancora i brividi a pensare che lo abbiamo visto insieme a Santana, con la sorpresa della comparsata di Marcella Detroit?
È stata una giornata magica sotto il sole cocente ed è stato un piacere condividere con te questa esperienza unica! Grazie a Marcella Detroit abbiamo potuto ascoltare The Core, una delle mie canzoni preferite in assoluto. Lei si trovava a Londra per i suoi spettacoli, quindi tutti noi speravamo che ciò accadesse. Mi vengono ancora i brividi anche a me, a pensarci!
Rimane incredibile la serie di amicizie coltivate, il profumo di vita respirato condividendo la bellezza di un concerto, l’avventura di un viaggio insieme a centinaia di amici sparsi in tutto il mondo, i quali la prima cosa che ricordano è il tuo inconfondibile e straordinario sorriso, capace di dare felicità a chiunque si imbatta in te, un sorriso meraviglioso che descrive tutto. Con te si è sempre di buonumore, mai ti ho vista, anche nei momenti difficili che possono capitare a tutti, perderlo. Penso sia questa una delle tue tante forze che ti spingono a svegliarsi e progettare una nuova avventura sempre in onore della musica, non credi? E a tal proposito, quali sono i prossimi progetti?
Grazie mille per il complimento! Ho avuto il privilegio di condurre una vita molto felice, poiché le mie scelte si sono allineate con ciò che volevo! Gli amici che mi sono fatta grazie alla musica hanno arricchito la mia vita tanto quanto la musica stessa e nei momenti difficili sempre la musica mi è stata vicina, così come la famiglia e gli amici. Il mio prossimo progetto sarà molto importante, poiché daremo l’addio a Gary Brooker in occasione del suo concerto commemorativo a Guildford il 4 dicembre 2023. Ci sarà un’altra residenza di Eric Clapton alla Royal Albert Hall nel maggio 2024, ma a parte questo non ho ancora fatto programmi. Mi piacerebbe visitare il Brezoi Open Air Blues Festival in Romania e anche un viaggio da Chicago a New Orleans è sulla lista delle cose da fare, ma niente di tutto questo sembra possibile l’anno prossimo.
Cara Heidi siamo arrivati all’ultima domanda: come ciliegina sulla torta del tuo amore per la musica, qual è la tua canzone preferita?
Sono indecisa sulla mia canzone preferita, perché è difficile sceglierne una sola! Un giorno è The Core o River of Tears, un altro è Gin House Blues o A Whiter Shade of Pale. Ce ne sono troppe!
Con le Larkin Poe. Al Volkshaus, Zurigo. Ottobre 2013.
Versione inglese: link qui